Il taglio al cuneo fiscale da maggio 2023 sale al 6% e 7%, a seconda del reddito del lavoratore. La misura era stata annunciata con l’approvazione del DEF 2023 e poi confermata con il Decreto Lavoro approvato il 1° maggio, e in vigore dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale. La riduzione del cuneo è di 4 punti percentuali da luglio.
Ciò significa che cambiano ancora le buste paga dei lavoratori dipendenti. Ma solo temporaneamente, per un arco di 5 mesi. Ci saranno nuovi aumenti e una rinnovata riduzione della pressione fiscale. Ma di quanto? In questo articolo vediamo gli effetti in busta paga del nuovo taglio al cuneo fiscale da luglio a dicembre 2023. Tredicesima esclusa.
Nel DEF 2023, approvato dal consiglio dei ministri l’11 aprile, sono stati accantonati 3 miliardi di euro per finanziare una ulteriore sforbiciata al cuneo fiscale per redditi medio-bassi. Misura confermata poi nel Decreto lavoro del 4 maggio 2023.
Come stabilisce l’articolo 39 del provvedimento: “Per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, determinato ai sensi dall’articolo 1, comma 281, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 è incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche”.
In sostanza, la nuova riduzione del cuneo parte il 1° luglio 2023 e si conclude il 31 dicembre 2023. Dopodiché sarà necessario un ulteriore stanziamento di fondi per farlo proseguire. Da luglio a dicembre 2023 le buste paga dei dipendenti con redditi medi e bassi saliranno ancora un po’, per effetto di questa misura.
Ora quindi si conosce la percentuale esatta di taglio al cuneo che verrà praticata: per tutti è di 4 punti percentuali. Visto il diverso trattamento in vigore prima dell’entrata in vigore del decreto lavoro, la situazione da luglio a dicembre sarà questa:
• per gli stipendi fino a 25mila euro il taglio al cuneo sale a 7 punti percentuali (con una ipotesi di aumento in busta di circa 70-80 euro)
• per le retribuzioni da 25 a 35mila euro la riduzione sale a 6 punti percentuali (con un ipotesi di aumento in busta paga di circa 90-100 euro mensili)
Si andrà sempre per fascia di reddito. L’impatto in busta paga sarà quindi diverso da lavoratore a lavoratore, in base alla retribuzione percepita. Certo è che la misura andrà a favore dei redditi medio-bassi.
Come si traduce questo aumento? Come cambiano gli stipendi? Quali effetti ci saranno nelle buste paga. Vediamo alcune simulazioni di cosa potrà succedere a partire da maggi0 2023, se l’entità del taglio verrà confermata dal decreto in arrivo.
L’ultima manovra aveva ridotto del 3% i contributi sui redditi fino a 25 mila euro e del 2% quelli compresi tra 25 mila e 35 mila euro. Gli effetti sono stati piuttosto modesti:
• per i redditi fino a 25 mila euro lordi si parla di un risparmio mensile di 41,15 euro (annuo di 493,85 euro),
• Da 27.500 a 35 mila euro di reddito sono stati circa 30 euro in più in busta paga (360-390 l’anno).
Con il nuovo taglio al cuneo fiscale da luglio 2023 le cose migliorerebbero un po’. Si tratterà di una sforbiciata:
• di una riduzione unica del 6% del cuneo per redditi fino a 35 mila euro;
• di una riduzione del 7% per redditi fino a 25mila euro.
L’effetto potrebbe tradursi in un effettivo raddoppio di quanto fatto fino ad oggi. L’aumento in busta paga da luglio a dicembre 2023, in base alle ultime simulazioni, potrebbe tradursi di un aumento in busta paga:
• dai 50 agli 80 euro per lavoratori con redditi fino a 25mila euro (rispetto all’attuale situazione) da luglio a dicembre 2023
• dai 90 ai 100 euro per lavoratori con redditi fino a 25mila euro da luglio a dicembre 2023.
Interviene anche il Ministero dell’economia, “Circa 4 miliardi vengono destinati, nel periodo compreso tra il 1 luglio e il 31 dicembre 2023 (senza ulteriori effetti sulla tredicesima), all’incremento di 4 punti percentuali del taglio del cuneo fiscale per i dipendenti rispetto a quanto già previsto in legge di bilancio”.
Il Mef ha precisato che l’aumento in busta paga viene stimato, tra luglio e dicembre, fino a 100 euro mensili medi. Esclusa però la tredicesima.
Stando alle prime simulazioni dello studio De Fusco Labour & Legal, per i lavoratori con una retribuzione media di 25mila euro l’anno, l’ulteriore taglio del produrrebbe un vantaggio di 54,87 euro (rispetto al precedente taglio in vigore), con un risparmio totale sommato di 96,03 euro mensili. Se accorpato su 5 mesi, questo equivale a quasi 580 euro.
Le prime simulazioni per fascia di reddito, messe a punto da De Fusco Labour & Legal e diffuse dal quotidiano La Stampa, parlano di aumenti dai circa 20 ai 70 euro:
• con una retribuzione lorda di 10 mila euro annui, l’aumento in busta paga potrebbe essere sui 25,67 euro in più, per un totale di 269 euro;
• chi guadagna 12 mila 500 euro all’anno si metterebbe in tasca circa 32 euro( 336 euro totali);
• con una retribuzione di 15 mila euro l’aumento in busta sarebbe di circa 38 euro (404 euro totali);
• chi guadagna 17 mila 500 euro vedrà aumentare lo stipendio di circa di 38 euro (403 euro totali);
• chi invece conta su un reddito 20 mila euro annui, avrà in più in busta circa 43 euro, per un totale di 460 euro;
• una retribuzione di 22 mila 500 euro porterà circa 49 euro in più, per un totale a 518 euro;
• con una retribuzione media di 25 mila euro l’anno lordi si potrebbero avere circa 55 euro in più e 578 euro totali;
• con una retribuzione di 30 mila euro annui la riduzione del cuneo porterà in busta paga circa 56 euro (542 euro totali);
• con una soglia di reddito di 35 mila euro si risparmiano 65 euro, in totale 591 euro.
Fonte: LeggiOggi