Partite IVA, possibile estensione del limite per l’accesso al regime forfettario ad 85.000 euro. Questa una delle novità emerse nell’ambito dei lavori per la messa a punto della Legge di Bilancio 2023, dalla quale si attendono anche interventi sulla flat tax.
Partite IVA, regime forfettario fino ad 85.000 euro dal 1° gennaio 2023: questa una delle ultime novità al vaglio del Governo e che potrebbero trovare spazio in Legge di Bilancio.
Dal quadro programmatico della NADEF, la Nota di aggiornamento al DEF, all’esame del Consiglio dei Ministri, si attende la definizione della cornice economica della prossima Manovra la cui approvazione dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2022.
Alle modifiche attese in materia di superbonus e reddito di cittadinanza si affiancano le novità sul fronte della flat tax per le partite IVA, che resta al centro dei temi economici del nuovo Governo Meloni.
Una delle ultime ipotesi è che già con la Legge di Bilancio 2023-2025 vengano introdotte misure per rendere più facile l’accesso alla tassa piatta per imprese e lavoratori autonomi.
È l’estensione dei limiti economici d’accesso al regime forfettario la via privilegiata per avviare il progetto di introduzione della flat tax del 15 per cento, regime di tassazione sostitutivo dell’IRPEF.
Cosa potrebbe cambiare?
Due le ipotesi in campo e le novità sulle quali si discute: portare il regime forfettario fino ad 85.000 euro o 100.000 euro o attuare una delle misure previste dalla legge delega fiscale e introdurre una “exit tax” biennale per le partite IVA oltre i 65.000 euro. In discussione anche la flat tax incrementale.
PARTITE IVA, REGIME FORFETTARIO FINO A 85.000 EURO NEL 2023? LE NOVITÀ SULLA FLAT TAX
In vista della messa a punto della Legge di Bilancio 2023 la flat tax torna al centro dell’attenzione.
La tassa piatta del 15 per cento è da sempre uno dei cavalli di battaglia del Centro Destra e il Governo Meloni, con il Ministro Giorgetti a capo dell’Economia, potrebbe muovere nuovi passi per l’attuazione dell’ambizioso e controverso progetto di superamento dell’IRPEF.
Da sciogliere due nodi particolarmente “stretti”: quello della possibile incostituzionalità della flat tax ma, ancor di più, quello delle risorse necessarie. Proprio per questo una delle ipotesi è di partire dall’esistente, intervenendo sulle tasse piatte già vigenti e in particolare sul regime forfettario.
Il campo di gioco ideale è la Legge di Bilancio 2023, nella quale non si esclude che possano trovare spazio alcune modifiche ai requisiti per l’accesso al regime di tassazione agevolato per i titolari di partita IVA.
La soglia d’accesso e permanenza, fissata ad oggi a 65.000 euro, potrebbe salire fino ad arrivare a 85.000 o 100.000 euro. Questa una delle ultime ipotesi sulle misure economiche previste per il prossimo anno, in parallelo alla revisione delle aliquote del superbonus e alle novità sul reddito di cittadinanza.
Partite IVA, dopo il regime forfettario una flat tax “di transizione” dal 2023: le ipotesi allo studio
La Legge di Bilancio 2023 dovrà però fare i conti con le numerose urgenze da affrontare, a partire da bollette e inflazione, e la dotazione disponibile.
Motivo per il quale non si esclude di rinviare a tempi migliori le modifiche al regime forfettario, e prevedere nell’attesa una sorta di exit tax per le partite IVA sopra i 65.000 euro.
Si tratterebbe in tal caso di un regime fiscale di accompagnamento all’IRPEF, una sorta di periodo transitorio, dalla durata biennale, nel corso del quale le partite IVA fuoriuscite dalla flat tax del 15 per cento potrebbero beneficiare di un’aliquota di tassazione agevolata.
Se ne è parlato già negli scorsi mesi, e la proposta di una exit tax per le partite IVA era rientrata nel testo del disegno di legge delega sulla riforma fiscale, arenatosi in Senato dopo la crisi del Governo Draghi.
La flat tax biennale avrebbe come obiettivo quello di favorire l’emersione delle basi imponibili e si applicherebbe ai fuoriusciti dal regime forfettario in via opzionale, in attesa del passaggio definitivo all’IRPEF. Da definire aliquota e limiti d’accesso, anche se nel corso delle discussioni sulla riforma fiscale si era parlato di tetto a 100.000 euro e tassazione del 20 per cento.
Terza ipotesi in campo: la flat tax incrementale
Sul fronte fiscale un aspetto è chiaro: di flat tax si parlerà a lungo nei prossimi mesi e la Legge di Bilancio 2023 potrebbe portare all’introduzione di importanti novità.
Nell’attesa, si ricorda che in parallelo alle proposte di estensione del regime forfettario per le partite IVA e alla exit tax biennale in campo c’è anche l’ipotesi di una flat tax incrementale, proposta al centro del programma di Fratelli d’Italia.
A differenza della flat tax proposta dalla Lega, quella a firma FdI si applicherebbe solo all’aumento di reddito registrato nel corso degli anni. Se ad esempio nel 2022 sono stati dichiarati redditi pari a 30.000 euro e nel 2023 si supera questo importo, arrivando a 50.000 euro, l’incremento registrato pari a 20.000 euro sarebbe tassato con un’aliquota fissa più conveniente rispetto alle regole IRPEF.
Questa quindi la terza via proposta sul fronte fiscale.
Per dettagli e novità bisognerà tuttavia aspettare che il Governo avvii i lavori per la definizione del disegno di legge di bilancio, atteso poi in Parlamento per la discussione e l’approvazione definitiva entro il 31 dicembre 2022. I tempi sono serrati.
Fonte: INFORMAZIONE FISCALE