Un documento Inail si sofferma sulla valutazione del rischio ergonomico nella grande distribuzione organizzata. Il rischio ergonomico, l’analisi del rischio e i macroindicatori per gli operatori.
Il rischio ergonomico “concerne la probabilità che il contesto operativo e i comportamenti assunti nell’esecuzione di un compito determinino condizioni di esecuzione delle attività lavorative tali da provocare ricadute negative sul benessere psicofisico dei lavoratori”.
In questo senso, si indica che l’ergonomia richiede che la valutazione dell’adeguatezza delle postazioni di lavoro “avvenga sulla base delle caratteristiche specifiche dei compiti lavorativi svolti dall’operatore, osservati nelle condizioni operative in cui l’attività viene condotta, descrivendo tutti gli aspetti rilevanti rispetto al compito riguardanti gli operatori, i veicoli, macchine e utensili impiegati, postura, movimenti e sforzi psicofisici richiesti, ambiente fisico, sostanze e prodotti manipolati o risultanti dal processo produttivo, dispositivi di protezione individuale e regole organizzative in essere”.
Proprio a partire da questa considerazione, lo studio presentato nella pubblicazione propone, per otto diversi fattori di rischio, alcuni macroindicatori che offrono una traccia per eseguire l’analisi ergonomica delle attività.
L’analisi ergonomica presentata nel documento Inail, parte dagli operatori.
Vediamo i macroindicatori e alcuni approfondimenti utili per una corretta valutazione:
- Età
- Il lavoro fisico intenso aumenta il rischio di malattie lavorocorrelate se iniziato ad essere svolto in giovane età
- Costituisce fattore di rischio per i disturbi muscoloscheletrici l’età superiore ai 40-45 anni
- Genere
- Le donne sono maggiormente esposte ai fattori di rischio muscoloscheletrico
- Stato di salute e stile di vita
- La movimentazione di carichi in posture incongrue nel turno di lavoro (casse) combinata al carico di lavoro domestico aumenta il rischio di patologie muscoloscheletriche
- Lo svolgimento di attività sportive a livello agonistico o attività manuali hobbistiche oltre l’orario di lavoro incrementa il rischio di patologie muscoloscheletriche
- Pregresse patologie di varia natura aumentano il rischio di patologie muscoloscheletriche
- L’assunzione di alcuni farmaci incide sulle capacità di vigilanza e prontezza di riflessi
- Abilità cognitive ed esperienza nel compito
- La mancata formazione o l’eccesso di sicurezza nell’esecuzione di compiti abituali, per alcune attività può ridurre la capacità di identificare situazioni pericolose
Fonte: Puntosicuro.it