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20 Ottobre 2023

PARTITE IVA, UNA MENSILIZZAZIONE SOFT PER GLI ACCONTI IRPEF

Partite IVA, la rateizzazione del secondo acconto IRPEF da gennaio 2024 apre la strada al pagamento mensile delle imposte.

Una delle novità fiscali previste dal decreto collegato alla Legge di Bilancio 2024 approvato il 16 ottobre e che ha avuto registrato maggior eco da parte dei media è l’introduzione nel nostro ordinamento della rateazione del secondo acconto delle imposte dirette dovute per l’anno in corso.

I lanci di agenzia e gli articoli susseguitosi in questo ultimo periodo trovano finalmente riscontro nel testo del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri numero 54 lo scorso lunedì.

Partite IVA, limiti e condizioni per la rateizzazione del secondo acconto da gennaio 2024

Per utile chiarezza si riporta il testo dell’articolo 4 del DL, nella ultima formulazione a me nota, in materia di rateizzazione del secondo acconto:

“ART. 4 (Rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette)
All’articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 2001, n. 435, dopo il comma 3 è inserito il seguente: «3-bis. Per il solo periodo d’imposta 2023, le persone fisiche titolari di partita IVA che nel periodo d’imposta precedente dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore a centosettantamila euro, effettuano il versamento della seconda rata di acconto dovuto in base alla dichiarazione dei redditi, con esclusione dei contributi previdenziali, entro il 16 gennaio dell’anno successivo, oppure in cinque rate mensili di pari importo, a decorrere dal mese di gennaio, aventi scadenza il giorno 16 di ciascun mese. Sulle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi di cui all’articolo 20, comma 2, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241.»…”

Le caratteristiche essenziali del provvedimento sono così riassumibili:

  • I destinatari: Soggetti IVA persone fisiche con limite di ricavi o compensi fissato a 170.000;
  • Le voci rateizzabili: imposte dirette SI, contributi NO;
  • Periodo di validità: anno di imposta 2023;
  • Interessi di rateazione: saggio legale.

È chiaro che rispetto ai precedenti annunci la lettura del testo può aver destato più di una perplessità.

Fino a qualche giorno fa si erano ipotizzati limiti di accesso più elevati nell’ordine dei 500.000 euro.

Sulla mia proposta di sdoppiare il limite di accesso distinguendolo i prestatori di servizi dai produttori e commercianti, giorni fa ebbi uno scambio di vedute con l’onorevole Gusmeroli, primo fautore di questo provvedimento, il quale mi rimarcava che sarebbe stato difficile pensare ad ulteriori modifiche dopo i diversi ostacoli politici e tecnici da lui superati per arrivare a questo comunque importante risultato.

Questi limiti così ristretti di accesso sono uno dei tanti segnali della “coperta corta” con cui anche questo Governo è chiamato a confrontarsi, ma il provvedimento va comunque ritenuto un punto di partenza e non di arrivo.

Rateizzazione secondo acconto IRPEF: le osservazioni degli operatori

Tra i colleghi si percepiscono le prime lamentele per la ridotta platea dei potenziali fruitori e la conseguente moltiplicazione degli adempimenti, che potremmo sintetizzare come segue:

  • differenziazione dei flussi di lavoro per la medesima tipologia di clientela;
  • moltiplicazione delle scadenze per l’esclusione degli acconti contributivi;
  • limitazione al solo anno 2023.

Sulla prima è vero che si avrà un ennesimo aggravio, ma l’impatto sarà più per le software house che dovranno predisporre in breve un upgrade dei nostri gestionali che non per gli studi dato il limitato numero di soggetti coinvolti.

Per quanto alla lamentela sui contributi non bisogna dimenticare l’impatto sui conti delle imposte dell’anno del posticipo all’anno successivo del relativo versamento.

Sul terzo punto voglio pensare che questo sia dovuto solo alla considerazione che con il 2024 saranno operative le previsioni dei decreti delegati della Riforma Fiscale di prossima approvazione.

Fonte: InformazioneFiscale.it